«Un libro in cammino» sull’Appennino

Tra i tanti cammini tracciati o riscoperti negli ultimi anni, dalle antiche vie di pellegrinaggio ai moderni sentieri europei, perché non seguire anche le orme di un poeta? Era un giorno di settembre del 1910 quando Dino Campana partì a piedi dal suo paese, Marradi, nell’Appennino tosco-romagnolo, per raggiungere il santuario francescano della Verna; e giusto un secolo dopo, nell’ottobre 2010, i boscosi crinali dell’Appennino hanno visto il passaggio di un gruppetto di viandanti, intenti a ripercorrere i sentieri cari all’autore dei Canti Orfici.

Organizzato da alba pratalia in collaborazione con il Cai di Verona «Cesare Battisti» e la guida esperta di Armando Capuzzo, il cammino ci ha condotto in un ambiente di grande fascino naturalistico. Il percorso attraversa infatti il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, toccando l’eremo di Camaldoli, e prosegue poi fino all’apparizione del cocuzzolo della Verna, con le sue rocce grigie che si stagliano sui colori ormai autunnali del bosco.

La formula «un libro in cammino», già sperimentata sui Lessini dei fratelli Stuparich e sul Baldo di Calzolari, stavolta ha richiesto un’escursione di quattro giorni. Abbiamo pernottato a Castagno d’Andrea, a Campigna e a Badia Prataglia, cercando di ricostruire l’itinerario del pellegrinaggio descritto da Campana nel diario La Verna, sempre, come scrive il poeta, percorrendo «stradine solitarie tra gli alti colonnarii d’alberi contente di una lieve stria di sole».