La Verna Dino Campana

La Verna

Dino Campana

Cent’anni fa un giovane irrequieto partiva a piedi dal suo paese, Marradi, nell’Appennino tosco-romagnolo, per raggiungere il santuario della Verna. Era la metà di settembre: gli stessi giorni nei quali, tanti secoli prima, Francesco d’Assisi si era ritirato sulla montagna cercando e trovando, attraverso una mistica apparizione, il suo destino di amore senza limiti. Anche il viaggio di Dino Campana è ritmato dalle visioni: la bionda Cerere, una tortora, se stesso fanciullo sdraiato sulle rive di un torrente; e intanto, lungo il cammino, incontriamo Campigno, la Falterona e tanti piccoli luoghi sperduti tra le foreste del crinale.
Il diario della Verna, forse il capitolo più suggestivo dei Canti Orfici (1914), è qui ripubblicato insieme a quattro lettere che testimoniano la lunga fedeltà del poeta a quella «linea severa e musicale» degli Appennini che è, per lui, il profondo carattere spirituale e figurativo della tradizione italiana. Il volume contiene un inserto di fotografie scattate ripercorrendo i sentieri di Campana e due testi che raccontano come un povero vagabondo è riuscito, negli anni del Futurismo, a ripensare in poesia l’anima di una civiltà e di un paesaggio.

Dino Campana, La Verna, con Quattro lettere a Sibilla Aleramo, a cura di Giuseppe Sandrini, fotografie di Aldo Ottaviani
cm. 15×21, pagine 112
novembre 2009

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